mercoledì 7 aprile 2021

PRIMAVERA E TRAMONTO

Tra un inizio e una fine

Tra la rinascita e la morte

Giochi di vite
Eterne e cicliche

Come due amanti
Che si perdono e si ritrovano

Ogni anno
Alla stessa ora

Nello stesso posto

giovedì 11 marzo 2021

L'ALTRA FACCIA DEL MOSTRO: Quando nemmeno casa resta un posto in cui sentirsi al sicuro

Mascherine perennemente sulla faccia, guanti perfettamente aderenti alle mani e disinfettanti come alleati per combattere la paura che incombe. Quando arriva alla porta di casa, in maniera così silenziosa e allo stesso tempo così invadente non puoi fare altro che farlo accomodare, lasciargli il giusto tempo per sistemarsi, cercare di conoscerlo, analizzarlo e passo dopo passo trovare il modo per distruggerlo. Il modo per non farlo sentire più a suo agio lo conosciamo bene ormai, da circa un anno, tra l'odore di spirito e igienizzanti vari che pervadono casa e il naso
sigillato dai nostri tanti becchi bianchi. Non è più visto alla tv, non è più letto su un articolo appena sbucato sull'home di Facebook, è concreto. 

Covid

Ce lo ritroviamo sulla nostra pelle, dentro di noi, tra le pareti nelle quali ci siamo sempre sentiti protetti dal mondo, tra la nostra quotidianità. Si stabilisce comodamente tra noi e i nostri affetti, senza nessuna esitazione, disfa le valigie e si appropria della nostra vita. L'esitazione resta solo la nostra, "non può succedere a me", invece no, sta succedendo proprio a te. Viste dalla tv, quelle camere di ospedale piene di pazienti ormai tenuti in vita solo dal fluire dell'ossigeno alle narici, ci sembravano solo i protagonisti di un brutto film che prima o poi sarebbe finito, un film che dal nostro appartamento, nel nostro momento non potevamo silenziare, spegnere, ignorare. 

Ma il film continua senza riuscire a trovare un finale, un colpo di scena che ci avrebbe permesso di vedere finalmente i titoli di coda. Da troppo tempo ci mette alla prova, ci fa sentire sempre più piccoli, ci fa sentire fragili come le foglie che cadono dagli alberi in autunno e i passanti pestano senza nessun timore. Ma eccolo che, per un attimo che abbiamo abbassato la guardia, accende i nostri schermi della vita e ci impone di guardare, di tremare. Lo sto facendo, sto guardando, sto vivendo quel mostro. Non era stato invitato ad entrare ma l'ha fatto. Lo vedo seduto sul letto dei miei che restano chiusi in quella camera aspettando che tutto passi, lo vedo allo specchio quando giro per casa senza poter guardare completamente la mia faccia, senza poter prendere un bel sospiro di sollievo se non prima di uscire fuori al balcone, lo vedo a tavola, quando pranzo e ceno da sola con la mascherina ancora che penzola al lato della faccia, lo senti tra le papille gustative che ormai non distinguono più il boccone dolce da quello amaro. 

Non eravamo pronti. Ma d'altronde quando si è davvero pronti per affrontare la paura? La paura di non sapere domani il mostro come può svegliarsi, come può evolversi, come può farci mancare ancora di più il respiro e la serenità. Restiamo vigili, come guardiani di un Templio. Il nostro Templio. Quello che con cura abbiamo costruito: gli affetti, la famiglia, gli amici, la vita. Combatti col corpo, con la mente, col giorno che verrà domani, perché non sai se quel giorno sarà migliore di quello appena passato. Forse è proprio questo il fattore tra i più devastanti. Il dubbio. Passano i giorni, le settimane, per chi è sfortunato anche i mesi 1 e non c'è nessuno che riesce a darti una certezza. Non possono farlo.

 "Passerà" "Speriamo bene" . Si, passerà. Ma mentre passa cosa si fa? Si sopravvive. Ci portiamo dietro quegli strascichi di una vita che ormai sembra troppo lontana da prendere per mano, sembra che lei stessa ci stia vivendo, non siamo più noi a vivere lei. Lei probabilmente è fuori ad aspettarci, ci guarda da fuori alla nostra finestra, impaziente, riluttante di esperienze nuove da presentarci, di posti che ormai iniziano a sentirsi soli più che mai senza le chiacchiere della gente che li riempiva incessantemente, senza freno, affamata. Esiste. Il mostro esiste, ed è inutile che continuate a raccontarvi finte storielle. Non sarà facendo finta di nulla che passerà senza soffermarsi su di voi.

Non è come stare all'ultimo banco a scuola. Qui in prima fila ci siamo tutti, dal primo all'ultimo e non si sa a chi toccherà domani. Non è bello vivere nella paura, ma ancora meno bello è non vivere. E qui di gente che non vive più ce n'è fin troppa. Confidiamo, confidiamo anche nella paura, impariamo a conoscerla, impariamo ad affrontarla come vuole che venga fatto, impariamo a conoscerci, a conoscere i nostri limiti ma anche a conoscere tutta la forza che pensavamo di non avere. 

Perché quando si ha paura, quando la paura di perdere qualcuno di caro diventa reale, quando iniziamo davvero a sentire il vuoto ad ogni gradino, possiamo solo reagire e agire. Istinto di sopravvivenza lo chiamano, io lo chiamo soprattutto coraggio. Il coraggio che ci costruiamo giorno per giorno, silenziosamente, da quando avevamo paura dei mostri sotto al letto e c'era mamma che ci abbracciava. Il coraggio che le persone che ci vogliono bene rafforzano. Te le vedi lì, anche da lontano, ci sono e lottano anche per te con un gesto, una parola. Il coraggio cresce anche se sembra che stiamo per crollare definitivamente. Cresce come una pianta, un albero alla quale diamo acqua. Noi siamo la pianta e l'acqua sono i giorni che passano e si riempiono di mille emozioni diverse, l'acqua è il bene delle persone che ci circondano e ci fanno capire che non siamo soli, l'acqua è il sorriso che ancora riusciamo a far rinascere e acqua sono le consapevolezze che senza accorgercene maturano. Il mostro c'è ma la primavera sopravvive, i fiori continuano a crescere, il sole continua a splendere e noi dobbiamo essere primavera, fino alla fine.

lunedì 1 marzo 2021

ILLUSIONE

Illusione
incollata,
nera,
come catrame.


Illusione
amica,
compagna,
sollievo.

Illusione
vita,
condanna,
forza.

Illusione
specchio,
cosa vedi?

mercoledì 17 febbraio 2021

CRESCERE


Si cresce senza volerlo
senza chiederlo
Come lo schiaffo
di un vento impetuoso
che voracemente prende e va
Si è costretti a crescere

Come un fiume
che fluisce verso il mare
arrestarsi non può
arrestarsi vuol dire
Morte

La vita è questa
guardare lontano
camminando a ritroso
saggiando passi amari
Un errante avvicendarsi
di tragitti e destinazioni

Crescere non è altro che
un eterno rimpianto