lunedì 13 luglio 2020

CRONACHE DI UNA QUARANTENA PT.2 - SILENZIO


Se solo ci fosse stato un modo per registrare quel silenzio che aleggiava su di noi. Era un silenzio assordante al punto da farti sentire a disagio. Il silenzio urlava una solitudine che serpeggiava tra le strade come un fiume sordo, impetuoso ma senza far rumore.

Non eravamo abituati al silenzio, non lo riuscivamo ad accettare eppure era lì ad aspettarci. Ti avvolgeva senza volerlo e ti costringeva ad ascoltare che rumore fa quello che hai dentro.

Mentre ero lì ad ascoltare l’inascoltabile, salì alla ribalta dei miei ricordi una frase detta diversi anni prima da mio padre nel giorno della ricorrenza del terremoto del 1980 che distrusse l’Irpinia: “Da quel giorno le nostre vite si spaccarono proprio come la terra aveva fatto sotto i nostri piedi, dividendole in prima e dopo il terremoto”. 

Ricordando ed analizzando il tutto, iniziai a fare mie quelle parole, capendo di colpo di trovarmi nella stessa identica situazione. Dal giorno dell’inizio della quarantena, nella mia vita come in quelle di tutti si era tirata una linea netta, che segnava indissolubilmente un prima ed un dopo.

La differenza con il terremoto è che quest’ultimo fa rumore, agita tutto, ti arriva addosso come un’onda anomala. Mentre nella nostra situazione è stato come se di colpo tutto avesse cessato di esistere, all’improvviso. Tutto era lì, al loro posto, ma non esisteva.

C’eravamo solo noi, ed un silenzio che ti spaccava i timpani.

Nessun commento:

Posta un commento